Perspective
Clinical Psychology Implementation & Society Psychedelic Therapy


Contesto Culturale Ed Esperienza Psichedelica

Un Appello Per Ampliare La Diversità Linguistica Nella Ricerca Psichedelica

Modificato da Eleonora Corrias

Il set e il setting comprendono non solo la personalità del partecipante, il suo stato emotivo e l’ambiente fisico, ma anche il contesto culturale e “le idee comuni su ciò che è reale”.

Il fatto che la ricerca psichedelica abbia un problema con la diversità è già stato ampiamente discusso:1,2 la ricerca si svolge principalmente in nazioni occidentali, istruite, industrializzate, ricche e democratiche (WEIRD).3 Questo acronimo è stato utilizzato per porre l’attenzione sulla sovrarappresentazione in psicologia di una frazione dell’umanità che, sotto molti punti di vista, è da considerarsi anomala. I soggetti WEIRD posseggono diverse concezioni di ragionamento morale, cognizione spaziale, individualismo e persino di percezione visiva e olfattiva.3-4 Inoltre, i partecipanti agli studi psichedelici sono prevalentemente bianchi (82% nel 2018) e ricchi.5 Questo è preoccupante per una serie di ragioni, in primo luogo per la mancanza di accessibilità a questi studi. Molte delle persone che potrebbero trarre vantaggio dalla partecipazione ai trial psichedelici non possono farlo e ciò ha degli effetti sulla generalizzabilità della ricerca. Se le sostanze psichedeliche dovessero divenire disponibili dal punto di vista clinico, questa mancanza di diversità potrebbe celare insidie impreviste.

Inoltre, evidenze dalla letteratura scientifica in ambito psicoterapeutico hanno già mostrato come diversi terapisti abbiano diversi gradi di efficacia in base ai gruppi razziali ed etnici trattati.6-8 Ad oggi non è ancora chiaro quanto questo possa essere esteso anche alla terapia psichedelica. I facilitatori impiegati negli studi psichedelici non sono un gruppo diversificato e ciò potrebbe avere o non avere delle conseguenze sull’efficacia terapeutica. In riconoscimento di questo, l’organizzazione MAPS ha avviato una formazione dedicata ai “therapists of color” per i suoi studi sull’MDMA

È anche possibile che diversi gruppi razziali, etnici e linguistici abbiano diversi tipi di esperienze psichedeliche. L’impatto di set e setting è ormai considerato un’ovvietà nelle discussioni sull’esperienza psichedelica, sebbene sia importante comprendere le implicazioni di questo assunto. Il set e il setting non includono solo la personalità, lo stato emotivo e l’ambiente fisico del partecipante, ma coinvolgono anche il contesto culturale e le idee comuni su ciò che è reale.

Ad esempio, i primi esperimenti con il peyote hanno dimostrato una variazione significativa degli effetti riportati dai bianchi e dai nativi americani. “Le reazioni descritte negli esperimenti clinici sui bianchi sono così diverse rispetto alle reazioni descritte dai peyotisti indiani […] al punto da rientrare in categorie completamente diverse. Sembra che non stiano parlando della stessa cosa”.10 I partecipanti bianchi che hanno preso il peyote allora all’interno di un contesto di ricerca hanno avuto esperienze caratterizzate da sospettosità, sentimenti di mancanza di significato e angoscia, “allucinazioni dai contenuti perlopiù idiosincratici” e una generale assenza di benefici terapeutici. Al contrario, i peyotisti indiani generalmente assumevano il cactus in un contesto cerimoniale aspettandosi di avere un’esperienza significativa e benefica e ne ricavavano benefici terapeutici, riuscendo ad “accogliere sentimenti di contatto con una nuova, più significativa realtà […] già prefigurata all’interno della loro conoscenza dottrinale”.11 Il significato culturalmente determinato di un’esperienza psichedelica può essere importante nel determinare il contenuto e gli effetti degli psichedelici.

Quindi, le domande fondamentali nella ricerca psichedelica sono: cos’è la droga? Cos’è il contesto? E come interagiscono questi due aspetti? Queste domande sono basate fortemente su una sociologia della scienza, che inquadra i nostri punti di vista. Erich Studerus, un ricercatore psichedelico svizzero intervistato nel libro “Neuropsychedelia” di Nicolas Langlitz, critica l’opinione comune secondo cui gli effetti psichedelici siano quasi interamente attribuibili a set e setting.12 Egli osserva che questa idea sintetizza un pregiudizio dualistico della mente sulla materia, che è particolarmente popolare tra gli appassionati di psichedelici e che eleva la psicologia al di sopra della farmacologia.12 L’idea che set e setting determinino interamente gli effetti psichedelici può essere un estremo, ma esiste anche l’estremo opposto, vale a dire l’assunto, integrato nella progettazione dei moderni studi clinici, che per ottenere il risultato terapeutico l’effetto del farmaco attivo sia primario e che tale effetto possa essere separato con successo dai fattori contestuali confrontandolo con un placebo. La via di mezzo richiede di barcamenarsi in una complessa miscela di effetti che non possono essere suddivisi in maniera netta, in cui è impossibile determinare in maniera precisa ciò che è dovuto al farmaco rispetto a ciò che è dovuto al contesto. La risposta al farmaco deve essere valutata in una varietà di contesti e con una varietà di metodi.

Comprendere la natura della relazione tra droga e contesto è una questione essenziale e valutare gli effetti di diversi contesti culturali è uno dei modi per affrontarla. Tuttavia, viste le problematiche riguardo la progettazione degli studi clinici e le vecchie reticenze a includere popolazioni eterogenee negli studi, ci vorrà del tempo per affrontare questo argomento.

Ho già menzionato che la maggior parte della ricerca psichedelica si svolge nei paesi WEIRD. A questo si aggiunge il fatto che – perlomeno negli Stati Uniti – la popolazione bianca è quella che ha la maggiore probabilità di usare sostanze psichedeliche rispetto a qualsiasi altro gruppo etnico-razziale.13 Tuttavia, ci sono altre esperienze più accessibili e a portata di mano, basti pensare ai sondaggi online ormai onnipresenti nella ricerca psichedelica, praticamente accessibili a chiunque.

Il nostro gruppo ha condotto indagini sulle esperienze di incontro con Dio e altre entità, sulle esperienze mistiche e visionarie e su molti altri tipi d’esperienza. Il centro di ricerca psichedelica “Center for Psychedelic Research” dell’Imperial College è impegnato in diversi sondaggi online. Questi includono sondaggi prospettici sull’uso cerimoniale di sostanze psichedeliche e sul microdosaggio e non ci sono motivi sostanziali per i quali questi sondaggi non possano essere eseguiti in più lingue. Ad esempio, il sondaggio sull’afterglow condotto dalla Charité Universitätsmedizin di Berlino è disponibile sia in tedesco che in inglese.

Tali indagini potrebbero definire notevolmente la relazione tra contesto culturale e l’esperienza psichedelica. Tuttavia, ci sono alcune barriere: tradurre correttamente i sondaggi richiederebbe una maggiore collaborazione tra persone e istituzioni che hanno esperienza nelle diverse lingue. Ad oggi, molti dei questionari psichedelici più comunemente utilizzati non sono convalidati che in lingua inglese, rappresentando una limitazione non solo per quanto riguarda i sondaggi, ma anche per la ricerca clinica in futuro. A tal fine, e in collaborazione con ricercatori della Ohio State University, dell’Università del Wisconsin e dell’Imperial College, il nostro gruppo è coinvolto in un sondaggio per madrelingua spagnoli sulle esperienze psichedeliche, con l’obiettivo di convalidare molti dei sondaggi più comunemente usati nella ricerca psichedelica.

Questo tipo di lavoro, oltre ad aumentare le nostre conoscenze scientifiche, ha anche un altro vantaggio importante. La rivoluzione nel supporto pubblico alla ricerca psichedelica nei paesi anglosassoni è stata sbalorditiva e ciò non sarebbe stato possibile senza gli sforzi dei ricercatori e senza le discussioni che queste ricerche hanno generato all’interno della società. Pertanto, la ricerca psichedelica fa parte di un dialogo sociale più ampio. Sotto molti punti di vista, gli atteggiamenti negativi nei confronti degli psichedelici rimangono l’ostacolo più grande per il progresso di questa ricerca. Le restrizioni ai finanziamenti e altre difficoltà normative riflettono questi atteggiamenti, ma vengono anche modificate da essi.

Più specificamente, la ricerca psichedelica è una sorta di conversazione con la comunità di consumatori di sostanze psichedeliche. A differenza della ricerca clinica per la maggior parte degli altri farmaci, gli psichedelici hanno una comunità di consumatori ben informata dalla quale la scienza può imparare molto. La disponibilità degli utenti psichedelici a partecipare alla ricerca è un enorme vantaggio per il progresso in questo campo, ma non dovrebbe essere data per scontata. Sebbene questa buona volontà sia presente negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, potrebbe non essere così ovunque; il reclutamento per il nostro sondaggio spagnolo è stato talvolta accolto con comprensibile sospetto e scetticismo.

Promuovere la ricerca necessita giustificazioni sul valore e sulle intenzioni che si trovano alla base della ricerca stessa. La fiducia è qualcosa che va guadagnata ed è per questo che considero il progetto di espansione dei sondaggi psichedelici in altre lingue come un tentativo in questa direzione. La mia speranza è che sempre più sondaggi online vengano tradotti e diffusi contemporaneamente nelle diverse lingue. Ciò richiederebbe una maggiore collaborazione internazionale in tutto il mondo della ricerca psichedelica, e mi auguro che ciò accada.

Nel frattempo, puoi contribuire a promuovere la ricerca psichedelica completando e diffondendo la nostra indagine in spagnolo sulla psichedelia.

Dichiarazione di non responsabilità: questo post sul blog è stato tradotto e modificato da volontari. I contributori non rappresentano la MIND Foundation. Se noti errori o ambiguità nella traduzione, faccelo sapere – siamo grati per qualsiasi miglioramento. Se vuoi sostenere il nostro progetto sul multilinguismo, contattaci per entrare a far parte del MIND Blog Translation Group!

Bibliografia

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  2. Watson E. Okayplayer: Black Americans Are Building A Space In Psychedelic Drug Culture After Being Ignored For Decades – MAPS [Internet]. MAPS. 2020 [cited 18 July 2020]. Available from: maps.org/news/media/7541-okayplayer-black-americans-are-building-a-space-in-psychedelic-drug-culture-after-being-ignored-for-decades

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